L' ARTE DELLA FELICITA'
- Scritto da Dr.ssa Romina Oppici
- Pubblicato in Emozioni
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Essere soddisfatti della propria vita è un obiettivo plausibile? Ebbene, la risposta è si!
Scopriamo insieme come è possibile raggiungere ciò che definiamo come “felicità”…
Innanzitutto, cosa si intende per felicità?
Si tratta dell’emozione temporanea che proviamo quando stiamo bene, ma anche di quella serenità che deriva dal sentirci realizzati o appagati (che è più duratura nel tempo).
Di qualunque cosa si tratti ad ogni modo, la felicità non è qualcosa riservato a”pochi fortunati”, ma piuttosto rappresenta uno stato d’animo che si può e si deve imparare a coltivare…
Felici si diventa. È necessario un po’ di impegno, certo, ma chiunque può farcela.
Vediamo quali sono le variabili principali nella costituzione di questa importante emozione…
- Geni. Il corredo genetico di ciascuno di noi ha un suo peso. Gli studi hanno dimostrato che l’impatto del Dna sul “grado di felicità” è al massimo del 40%, mentre il resto è dato dalle scelte personali e dall’atteggiamento mentale: ad esempio, decidere a cosa dedicare tempo e attenzione nel corso della giornata influenza notevolmente lo stato d’animo e per modificarlo in senso positivo è quindi necessario dedicarsi a qualcosa che dia piacere. Inoltre, sforzarsi a vedere il “bicchiere mezzo pieno” aiuta a sviluppare maggior ottimismo e fra l’altro è stato dimostrato che ci faccia vivere più a lungo. Perché dunque il cattivo umore e il “crucciarsi” se è così nocivo risulta tanto diffuso? La risposta sta nella nostra evoluzione…siamo infatti evolutivamente portati a ruminare sulle esperienze negative, perché per sopravvivere serve capire ciò che è bene evitare! Vedere tutto quanto “rosa” potrebbe infatti portarci a sottovalutare pericoli o situazioni potenzialmente dannose, dunque ha comunque una sua importanza.
- Scorciatoie. Le ricerche provano che solo una persona su tre non si lascia abbattere dalle difficoltà e continua a vedere i lati positivi della vita. Diventare veri ottimisti non è semplice, ma molti psicologi si sono occupati di studiare quali modalità possano condurre più facilmente verso la felicità. Una di queste è la “scrittura espressiva”, ovvero dedicare quindici minuti al giorno a scrivere emozioni ed esperienze per risolvere meglio i conflitti, migliorare l’umore e sentirsi più soddisfatti. Un effetto simile si ottiene con la cosiddetta “regola del minuto”, ovvero, quando si ha l’impressione di essere sommersi di cose da fare per sentirci subito meglio e non lasciarci sopraffare dall’ansia la cosa migliore è iniziare con ciò che può essere sbrigato in un minuto. Anche un piccolo gesto può contribuire a ribaltare la tonalità emotiva della giornata!
- Condividere, ma senza social. Chi crede che per essere felici sia necessario disporre di un partner va smentito…la condivisione della felicità è importante, ma ciò che conta sono le relazioni, di qualsiasi natura esse siano…eh già, le relazioni…in quanto uomini siamo “animali sociali” e non siamo stati cablati per la solitudine. Per cui la nostra spinta, uno fra i nostri istinti più primordiali è rappresentato dalla ricerca della “connessione” con un conspecifico, ovvero in quanto uomini cerchiamo il contatto e la vicinanza sociale ed affettiva, specialmente per condividere le nostre emozioni. La società odierna ci porta però a porci qualche domanda sui mezzi a disposizione per fare tutto ciò…quale valore assumono i social network nella condivisione della felicità? La risposta è a mio avviso “molto scarso”! Già, perché le reti sociali in cui la felicità diventa davvero contagiosa e reale sono quelle delle persone in carne ed ossa…spesso i social network rappresentano più uno strumento per esibire qualcosa di sé anziché per condividerne il valore emotivo.
- Ricchi? Non serve. Molti detti fanno riferimento a questo aspetto: “il denaro non fa la felicità”. È vero. Se non mancano le risorse per vivere quel che c’è in più non cambia granché lo stato d’animo: comprare una macchina può dare piacere, ma non modifica il livello generale di felicità. Semmai, bisognerebbe poter comprare tempo…già, il tempo. Quello che nella società odierna spesso ci manca di più di qualsiasi altra cosa. Quante volte ci capita di rispondere a qualche richiesta o a qualche esigenza che avvertiamo con le parole “non ho tempo”? Tante…Il punto è che entrare in contatto con se stessi e capire cosa ci faccia stare bene davvero è importante e non è mai troppo tardi per domandarselo. Ma per riuscire a fare ciò bisogna rallentare, prendersi tempo e spazio per sé. Pochi di noi lo fanno però, anche se questo rappresenta il primo vero passo verso la felicità che tanto cerchiamo.
Per concludere, vi lascio con il mio personale pensiero rispetto ad un argomento tanto attuale e interessante. Una vita felice non è una sorta di nirvana in cui tutto “fila liscio”. Gli ostacoli ci sono e servono a spronarci nel mettere in campo tutte le risorse di cui disponiamo. Essere felici significa essere consapevoli ed accettare che esistano delle fasi nella vita di ciascuno più negative: sono proprio queste a far emergere la nostra resilienza e le nostre capacità di “cavarcela”, vivendo pienamente i momenti belli. La felicità più duratura e più vera è proprio quella che si percepisce dopo aver superato le avversità, quando finalmente possiamo dirci “ce l’ho fatta”.

Dr.ssa Romina Oppici
Sono Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale.
Terapeuta esperta EMDR e specializzata nel trattamento di trauma e dissociazione.
Nel mio lavoro, mi occupo di strutturare percorsi psicoterapici, di sostegno e counseling psicologico rivolti ad adulti e coppie.
Ricevo su appuntamento presso uno studio privato sito a Erba, in provincia di Como.